Archive: Transart 18

 SANCTUARY OF SLAVERY

Quando
venerdì
21.09.18
18.00 + 20.30
Dove

Schlanders


Map+Info

Tickets

15/10 €

acquista biglietti

*L'evento Sanctuary of Slavery è composto da due parti che si tengono in due luoghi e in due momenti diversi della serata.

La prima parte, I'm Singing Black, inizia alle ore 18.00 e si svolge fra le vie di Silandro. Questo evento è ad ingresso gratuito e il punto di ritrovo è previsto presso la Biblioteca Schlandersburg, Via Castello di Silandro 6.

La seconda parte, Twice the first Time, si tiene alle ore 20.30 a Vezzano, presso il Capannone Mair Joseph, Zona produttiva Vezzano 14. L'entrata prevede il pagamento di un biglietto.

 

◎ I’M SINGING BLACK ◎

📎ore 18.00 - punto di ritrovo Biblioteca Schlandersburg, Via Castello Di Silandro 6 

 

⋰ Curato da Gianpaolo Chiriacò

La schiavitù è stata una parte rilevante dell’esperienza umana. Ha contribuito alla costruzione degli Stati moderni ed esiste ancora oggi. Le condizioni di vita dell’uomo moderno poi richiamano una nuova versione della schiavitù: invece di avere qualcuno che ci vende o ci affitta, affittiamo noi stessi a qualcun altro. E rispondiamo al movimento delle persone nel mondo limitando il loro spazio e costruendo santuari alla schiavitù.
“I’m Singing Black” è una performance, creata da rifugiati e richiedenti asilo ospiti in Alto Adige, che include canti corali, racconti, video e una marcia collettiva. Al centro c’è un’esplorazione del potere della voce. Per sfuggire alla schiavitù, ci si imbarca in un viaggio privo di mappe. Le sole guide sono le voci di chi ci ha regalato una storia, le voci che ci hanno supportato e accompagnato.

 

◎ TWICE THE FIRST TIME ◎

📎Ore 20.30 - Vezzano, Capannone Mair Joseph, Zona produttiva Vezzano 14

Napoleon Maddox Canto, voce recitante, concept
DJ Menas · Eddy Kwon Violino
Erik Sevret Sassofono
Sorg Beat maker, macchine 
Ease, Video
Brent Olds Basso 
D’Anna Kennedy Batteria

“Twice the First Time” narra le vicende di due sorelle siamesi, nate in schiavitù negli Stati Uniti del 19mo secolo, mettendo a fuoco questioni legate alla discriminazione, all’identità e alle differenze sociali. Il lavoro è il risultato di un progetto lungo due anni in cui Napoleon Maddox ha condotto workshop (in America, Francia e Italia) che ruotavano intorno a un’idea: siamo schiavi della nostra stessa identità.

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