Transart 2001

Archive: Transart 01

Unterhofer | Parker | Lukoszevieze

Quando
sabato
22.09.01
ore 20:30
Dove

TIS Innovation Park

Via Siemens 19
39100 Bolzano

Map+Info

I .

Heinrich Unterhofer  > Train

Video | 10 Min

 

II .

Jayne Parker

Video

 

Anton Lukoszvieze 

Cello Performance

 

Georges Aperghis > Récitation (1993)

FILM – Foxfire Eins (Helmut Oehring)

Alvin Lucier > Music for Cello with One or More Amplified Vases (1992)

Christopher Fox > Generic Compositions #3, 4, 5 & 8 ( 2001) . cello + CD

John Cage > 59½ Seconds for a String Player (1953)

Philip Corner > Soloist Piece (1962) . cello + CD

FILM – Blues in B-flat . Volker Heyn

Sylvano Bussotti > Sensitivo (1958)

FILM – Projection I . Morton Feldman

 

Le opere qui presentate di Heinrich Unterhofer, Jayne Parker e Anton Lukoszevieze consentono di approfondire il rapporto tra il linguaggio visivo e quello sonoro. Particolarmente interessante è la diversità dell’approccio e delle finalità perseguite da questi artisti. Mentre nel video di Unterhofer, “Train”, che lavora con una minimal music all’europea e sequenza di treni che sfrecciano inquadrando i binari, si osserva una compenetrazione reciproca dei due linguaggi che, specchiandosi l’uno nell’altro, potenziano l’effetto del singolo elemento, le immagini di Parker vogliono cogliere le dinamiche di anima e corpo.

Parker ha ormai al suo attivo quattro film con Lukoszevieze: in tutti si avvale del modo straordinario con cui questo fantastico violoncellista riesce a far corrispondere le strutture dell’immagine con quelle della musica. I video riprendono i minimi particolari che possono influenzare l’interpretazione e l’interprete, partendo dal punto di vista che ogni concerto ha una propria drammaturgia non ripetibile: lo stato dello strumento, come si sente l’interprete e se è concentrato, come si muove, come risulta il suono, ecc. L’elemento centrale di questo lavoro risiede nell’idea che Parker ha della performance, del concerto; un’idea che si concretizza nella funzionalità delle sequenze visive che vertono su aspetti sempre nuovi del musicista. Non si tratta di documentazione, ma della ricchezza dell’arte. Perfino nei passaggi estremamente virtuosi, Parker mantiene un approccio dissociativo nei confronti di ciò che in musica risulta associativo o continuativo.