I .
Arnold Mario Dall'O . Angels . Video
Angels (2000)
lavoro per due schermi
II.
Ensemble Recherche . Morton Feldman Projekt > Prima italiana
Melise Mellinger > violino
Barbara Maurer > viola
Lucas Fels > violoncello
Martin Fahlenbock > flauto
Klaus Steffes Holländer > pianoforte
Christian Dierstein > percussioni
Film . MoMa – Museum of Modern Art New York
Little Bit . Armin Leoni
Morton Feldman
The Viola in my Life 1
For A. Copland
Piece for Violin and Piano
Extension 5
Two Pieces for Cello and Piano
Sonata for Violin and Piano
Jackson Pollock . Film Hans Namuth
De Kooning . Film Hans Namuth
Two Instruments
Why Patterns
Al modello occidentale di impronta antitetica “o/o”, determinante ancora per la catalogazione adorniana della nuova musica nelle due categorie di “progresso” e “reazione”, Morton Feldman contrappose la sua estetica del “né/né”, di un’arte che, in perenne bilico tra compromesso e rottura, si situa al confine tra l’ontologia e la “psicologia del conscio”. Quello di Feldman è un modo di comporre che si sottrae ad ogni analisi concettuale di tipo semantico, una scrittura influenzata in parte dalla pittura dell’impressionismo astratto americano. è una musica che non supera quasi mai la soglia inferiore della percezione acustica, nient’altro che musica, come diceva Feldman, per il quale comporre era un tentativo di avvicinarsi a ciò che è ancorato alla coscienza e al tempo stesso la trascende.
Fu per caso che Feldman collaborò al documentario su Pollock girato da Hans Namuth e Paul Falkenberg nel 1950. Prima Pollock si oppose alla musica Gamelan e in seguito John Cage rifiutò l’incarico, proponendo Feldman. Il film fu presentato al MOMA di New York nel giungo 1951. Per Feldman significò sia l’ingresso nel mondo dell’arte, sia la conferma dell’indirizzo musicale da lui scelto.
Dodici anni dopo Namuth lo incaricò di comporre la musica per il film su Willem de Kooning. Feldman scrisse un commento perfettamente adattato al film e al contempo un pezzo che non aveva bisogno del supporto dell’immagine. Si tratta di uno studio per corno, percussioni, pianoforte, violino e violoncello che lavora sulla contrapposizione di accordi coordinati in modo preciso e di singoli suoni che si succedono liberamente. A differenza di ciò che era avvenuto per la musica del primo film, Feldman pubblicò questa partitura.
Mentre nel film su Pollock ci si trova di fronte a brevi sequenze, quasi isole in miniatura rispetto alle opere successive di Feldman, in quello su de Kooning il suono passa da uno strumento all’altro formando un nastro di suoni singoli sostenuto da accordi. In tal modo Feldman conferì una nuova dimensione al rapporto di suono e tempo, il movimento “non essendo più nient’altro che il respiro del suono stesso.”
Raoul Mörchen e Peter Niklas Wilson